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Wi-Fi 6 e 6E, per supportare scenari ad elevata densità di dispositivi

Scritto da Cambium Networks

Aprile 26 2022

La tecnologia Wi-Fi 6 sta iniziando a prendere piede. Tutti i produttori hanno aggiornato le loro gamme di access point introducendo nuovi modelli in grado di supportare il nuovo standard wireless, che promette numerosi vantaggi, a partire da velocità di connessione molto più elevate.

Se con Wi-Fi 5 (802.11ac) infatti si potevano raggiungere velocità di trasferimento massime di 3,5 Gbps sulla banda dei 5 Ghz, con Wi-Fi 6 (802.11ax) la velocità di trasferimento arriva a ben 9,5 Gbps. Va sottolineato che si tratta di dati teorici, raggiungibili solo in condizioni ideali e praticamente mai nel mondo reale, dato che basta allontanarsi dall’access point – o posizionare un muro fra l’AP e il client – per vedere la velocità calare rapidamente, ma indubbiamente Wi-Fi 6 è decisamente più veloce. Le prestazioni velocistiche del nuovo standard, pur molto pubblicizzate, raccontano però solo una parte della storia e le novità non si limitano solo a questo. Dal punto di vista business in molto casi il poter raggiungere velocità di trasferimento tanto elevate non è il motivo principale per cui un’azienda dovrebbe valutare di aggiornare la sua infrastruttura Wi-Fi. La capacità di supportare un numero molto elevato di dispositivi contemporaneamente, e in maniera più efficace, è un aspetto ancora più importante della velocità per le imprese.

Quando il numero di dispositivi wireless aumenta WI-FI 6 è la risposta giusta

Il numero di device connessi tramite Wi-Fi è in costante aumento sia in ambito domestico sia in ambito aziendale. Non parliamo necessariamente di aziende di classe enterprise con migliaia di dipendenti, ma anche di PMI, come possono essere strutture alberghiere, ristoranti, catene di retail. In questi settori, spesso vengono affidati al Wi-Fi la gestione delle videocamere di sorveglianza, i servizi interni e la connettività, sia dei dipendenti (con dispositivi aziendali e personali), sia degli ospiti della struttura. Sotto questo profilo, Wi-Fi 6 rappresenta un significativo passo avanti rispetto al predecessore. Wi-Fi 5 supporta infatti MU-MIMO 4×4, ed è quindi in grado di comunicare contemporaneamente con 4 differenti dispositivi. Un valore che con Wi-Fi 6 raddoppia, grazie al supporto di MU-MIMO 8×8. A questo si aggiunge il supporto per la tecnologia OFDMA, acronimo di Orthogonal Frequency Division Multiple Access, che contribuisce ad aumentare il numero di dispositivi che possono dialogare contemporaneamente con l’access point. In pratica, OFDMA suddivide ogni canale wireless in sottofrequenze, così da poter “trasmettere parallamente” informazioni a più dispositivi contemporaneamente, ottimizzando la banda e diminuendo allo stesso tempo le latenze medie. Negli ambienti con un’elevata densità di dispositivi, la combinazione di MU-MIMO 8×8 e OFDMA fa la differenza in termini di qualità del servizio e si rivela un parametro ben più importante per la qualità della connessione rispetto alla velocità massima potenzialmente raggiungibile.

Target Wake Time e Beamforming, per risparmiare batteria e migliorare la qualità della connessione

Lo standard Wi-Fi 6 supporta le tecnologie Beamforming e Target Wake Time. La prima non è una novità assoluta e veniva già adottata da alcuni access point della precedente generazione, ma è stata ulteriormente migliorata in 802.11ax. Beamforming modula il segnale radio delle antenne evitando che venga diffuso in maniera radiale, come da prassi, ma concentrandolo verso il client (o i client) connesso all’access point, migliorando le prestazioni della comunicazione. Target Wake Time, invece, definisce in maniera specifica la frequenza con cui l’AP deve collegarsi con specifici dispositivi e porta due vantaggi. Da un lato, migliora l’efficienza dello spettro, dal momento che non evita all’AP di comunicare costantemente con tutti i dispositivi della rete, ottimizzando così la banda. Dall’altro permette di ridurre il consumo di batteria dei client, un aspetto che fa la differenza soprattutto per i dispositivi IoT: un termostato o un contatore del gas, per fare due esempi, non devono scambiare costantemente informazioni con il router e comunicando solo a intervalli di tempo regolari ma ben distanziati. É quindi possibile aumentare in maniera significativa la loro autonomia, fatto che potrebbe fare la differenza in ambienti quali magazzini, negozi, scuole, alberghi e, in generale, ovunque si faccia largo uso della tecnologia IoT.

Oltre i 5 GHz con Wi-FI 6E

Wi-Fi 6E condivide le medesime caratteristiche di Wi-Fi 6 ma, oltre a supportare le bande a 2,4 GHz e 5 GHz, permette di estendersi anche nella banda non licenziata dei 6 GHz, più precisamente nella gamma fra 5.925 Hhz e 6.426 Hz. In pratica, ci sono 500 MHz di banda aggiuntiva che possono essere suddivisi in 24 canali da 20 MHz, 12 canali da 40 MHz, 6 da 80 MHz, 3 da 160 MHz o uno da ben 320 MHz. Queste frequenze, e in particolare l’utilizzo dei 3 canali da 160 MHz, possono fare la differenza per applicazioni che richiedono molta banda, come quelle di realtà virtuale o aumentata, ma si potranno godere anche vantaggi con applicazioni più generiche. Al contrario delle bande da 2.4 GHz e, in misura minore, dei 5 GHz, le frequenze sopra i 6 GHz sono attualmente poco utilizzate e quindi caratterizzate da poche interferenze, migliorando la qualità della connessione. Va anche detto che c’è un piccolo scotto da pagare: le onde a 6 Ghz obbligano a ridurre la distanza rispetto all’accesso point e sono facilmente ostacolate da pareti, tubature e altri materiali.

Le soluzioni di Cambium Networks per Wi-Fi 6 e Wi-Fi 6E

Cambium Networks ha nel suo portafoglio una serie di soluzioni compatibili con i nuovi standard wireless. Gli access point delle serie XV (Wi-Fi 6) e XE (Wi-Fi 6E) adatti alle esigenze di aziende di ogni dimensione operanti nei più disparati settori e gestibili via cloud. Quest’ultimo aspetto è molto importante sia per le realtà che devono gestire reti complesse, con un numero molto elevato di AP, che possono essere configurati velocemente da un singolo pannello di controllo, anche da remoto. Una peculiarità che si può rivelare fondamentale per le realtà con differenti sedi sparse geograficamente (pensiamo alle catene di negozi, per esempio): un solo team IT, infatti, può tenere sotto controllo l’intera infrastruttura di ogni sede senza doversi recare in loco, permettendo di risparmiare tempo e denaro.

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